E’ il 13 dicembre, il giorno più corto dell’anno che rappresenta l’ingresso nella stagione invernale ma a Siena è
Un giorno speciale che profuma di anice e zucchero filato
Come ogni anno, già di buon mattino Pian de’ Mantellini si riempie di bancarelle ricolme di zucchero a velo, torrone, croccante…sentite il profumo ? ? ?
Così l’atmosfera di Natale invade Siena con i profumi, gli aromi, i colori e la magica atmosfera delle bancarelle: prodotti di artigianato senese, luci e addobbi natalizi, frutta secca, giocattoli, articoli in ceramica, vetro, legno e terracotta, fiori essiccati e artigianali, e antiquariato di ogni genere.
La benedizione degli occhi
Tanta è la gente che si reca al mercatino e poi alla chiesa per la benedizione degli occhi.
O Santa Lucia, conserva la luce dei miei occhi
perché io possa vedere la bellezza del creato.
I semellini di Santa Lucia
Per tutto il giorno si benedicono bambini ed adulti e si distribuiscono i panini benedetti, piccoli pani a forma di occhi, i famosi “semellini di Santa Lucia“.
Il Semel o meglio ‘Semelle è un panino rotondo con il taglio trasversale e che in gergo, proprio per questo, veniva chiamato anche Passerina. Veniva realizzato con farina fiore (di semola appunto e da questo il nome ) ed era il contenitore ideale delle nostre merende.
Le ostie ‘sbagliate’ del convento di Santa Brigida
Altre sfiziosità tipiche di questo mercatino sono i famosi brigidini, cialde fine fine e croccanti, dolci e con aroma di anice che vengono prodotte “in diretta” nei vari banchi e vendute ancora calde.
Il nome così particolare di questi dolci ha origine da una leggenda: le suore del convento di Santa Brigida ( da qui il nome brigidini) erano addette alla realizzazione delle ostie per la Comunione per le parrocchie del circondario.
Un giorno, per un loro errore nell’impasto o perché vollero concedersi un piccolo “piacere di gola”, crearono queste specie di ostie aggiungendo uova, zucchero e anice. Ne uscirono fuori dolcetti prelibati che si diffusero rapidamente dappertutto dando vita ad una tradizione tramandata fino ad oggi.
Il banchino delle donne della Chiocciola
Dentro a un portone che si affaccia su Pian de’ Mantellini, proprio di fronte all’imbocco di via San Marco, da anni le donne della Chiocciola organizzano un “banchino” dove distribuiscono castagnaccio e polenta dolce. Il castagnaccio delle donne di San Marco è rinomato in tutta Siena, occorre adeguata cura nella scelta della farina di castagne, e per qualità sarebbe meglio usare quella dell’Amiata.
Ecco le ricette originali delle SperanDie®
Occhio al forno!
Per fare il castagnaccio si prende circa mezzo chilo di farina dolce e si mescola con un po’ di acqua; si aggiunge un pizzico di sale e mezzo bicchiere di olio “bono” di oliva, si amalgama il tutto e si uniscono pinoli e una manciata di uvetta. A questo punto si unge il teglione di cottura, si versa il composto ottenuto, al quale potremo aggiungere un’ulteriore dose di uvetta o pinoli, e perché no un po’ di noci sbriciolate… da veri golosi. Spargeremo poi sopra a questa splendida miscela una buona dose di ramerino sfilato ad aghini, dopodiché si inforna per una quarantina di minuti, a 150-170 gradi. Chiaramente se il castagnaccio è sottile o più consistente la cottura sarà adeguata al singolo caso. Quindi occhio al forno!
Infinite varianti non dietetiche
L’altra specialità che molte persone richiedo per Santa Lucia è la polenta dolce, un piatto povero della vecchia tradizione contadina, oggi quasi in disuso, la cui bontà, è, chiaramente, indiscussa. Si fanno bollire due litri di acqua appena salata, in un bel recipiente capiente, meglio se di rame, quando l’acqua giunge a ebollizione si versa pian pianino un chilo di farina di castagne e si gira costantemente con un bel mestolo di legno, facendo attenzione ai grumi e a non far attaccare niente al fondo della pentola.
Per una migliore consistenza si può aggiungere un po’ di olio di oliva e cuocere per una ventina di minuti, a fiamma moderata.
A fine cottura si rovescia il contenuto sopra un pianale di marmo o un tagliere di legno, poi si taglia ancora calda e si mangia semplicemente, altrimenti può essere guarnita con della ricotta freschissima.
In caso di avanzo la polenta fredda può essere fritta e poi accompagnata con infinite varianti… tutte non dietetiche… ma tanto siamo a dicembre, è freddo e per Santa Lucia spesso nevica, quale migliore occasione per concedersi un dolcissimo stravizio?!
Le mille luci del Natale
La festa di Santa Lucia è bella di primo mattino quando c’è ancora poca gente ma ancora più bella ed intima è alla sera quando si illumina di mille luci e ha i colori caldi del Natale.
Il Palio anche in inverno
Ma a caratterizzare il mercatino senese c’è un oggetto unico: le tradizionali “campanine” di Santa Lucia. Sono campane artigianali fatte di terracotta, di tutte le misure, più grandi e più piccine, dipinte con i colori delle diciassette Contrade e così il Palio con i suoi simboli vive anche in pieno inverno.
Il miracolo delle campane
La Fiera prende origine dal mercato delle ceramiche che le fornaci della zona allestivano il 13 dicembre nelle strade davanti alla chiesa di Pian de’ Mantellini intitolata alla martire protettrice della vista, Santa Lucia appunto. La chiesa era tradizionalmente affollata di fedeli per ricevere la benedizione degli occhi; anche Santa Caterina le era devota e operò un miracolo a ricordo della Santa siciliana: fece suonare tutte le campane di Siena per ridestare la venerazione verso la martire.
Per proteggere i cittini
In ricordo di quell’evento da centinaia di anni a Siena vengono fatte delle campanine in terracotta con i colori delle contrade , appunto ognuna con la sua chiesa e campanina , e vengono regalate ai “cittini” (così si chiamano i bambini a Siena), perchè i demoni dell’inverno stiano ben lontani da loro.
Din ,don, dan
Il suono delle campane ha scandito per secoli i ritmi della vita quotidiana di ogni comunità. Così si potevano ascoltare i rintocchi dell’alba alla nascita del sole (mattutino), del mezzogiorno (per segnalare la sospensione dei lavori agricoli per mangiare), del vespro all’imbrunire. A Siena le campane segnano ancora gli eventi più significativi e ancora regolano la vita comune “in tempo di pace e di guerra” (naturalmente in termini Palieschi).
Per chi suona la campana?
È un richiamo collettivo quello del suono della campana, soprattutto un simbolo di appartenenza, d’amore e di passione visto che a una campana ideale viene affidato il destino di due cuori innamorati:
Sona sona campanina, che per me non soni mai
Questa sera sonerai, sonerai soltanto per me
E din don, din don…