Ma come arrivò veramente il dragoncello a Siena? Ci sono anche altre ipotesi che ci rimandano addirittura ai tempi di Napoleone.
Il fil rouge con la Francia comunque c’è sempre, invisibile ma indissolubile
Carlo Magno o Napoleone?
Vi ho già raccontato che stando alla leggenda fu addirittura Carlo Magno a introdurlo in Toscana affidandolo alla cura degli speziali dell’Abbazia di S. Antimo nel 774 , in quel di Montalcino e che da lì si diffuse in tutta Italia.
Un delicato racconto
Ma c’è un altro delicato racconto che riguarda l’erba dragona.
Si narra che durante l’occupazione napoleonica a Siena, un giovane e bel dragone (così si chiamavano i soldati a cavallo dell’esercito francese) avesse affittato una stanza in un edificio in città.
Al piano di sotto abitava una ragazza senese che si innamorò perdutamente del bel soldato. Un giorno il ragazzo scuotendo gli stivali dalla finestra fece cadere dei semi in un vaso che la fanciulla teneva sul davanzale.
Proprio da quei semi germogliò una profumata piantina.
Il dragone presto ripartì per il suo paese e la ragazza chiamò quell’erba dragoncello in ricordo del tenero innamoramento.
Voi cosa pensate?
Questa delicata piantina dai forti sapori, arrivata dalla fredda Siberia, fu portata dal nobile sovrano o dal soldato innamorato?
Quale che sia la storia del suo arrivo a Siena, il dragoncello, sinonimo di passione, è l’aroma forte e unico delle Terre di Siena