Sono andata nella rimessa a cercare delle vecchie tazze di porcellana che avevo visto qualche tempo fa e rovistando negli scatolon ho ritrovato alcuni vecchi quaderni di ricette e una vecchissima edizione dell’Artusi dell’Annita Torricelli.
Anche se non l’ho conosciuta so, leggendo i suoi quaderni, che seguiva per alcune ricette il libro dell’Artusi e se aveva qualche annotazione alla preparazione o agli ingredienti, lei la scriveva in rosso di sbieco.
Che emozione
Sfogliando quelle pagine rivedevo la vecchia cucina economica con i posatini stesi ad asciugare, rivivevo quella vita, piena di calore, di ingredienti, di ricette, ma anche di oggetti, di ritratti, di dettagli. Ho ritrovato anche una vecchia foto dell’Annita con le sue amiche a tavola, guardate che meraviglia!
E’ stato come riaprire la scatola dei ricordi dell’infanzia di Luca: la vitella in umido, il pollo fritto con le patate fine fine, la premiera in brodo (la pastina con i semi delle carte in brodo, estate e inverno, tutte le sere a cena), i fegatelli nello strutto. Le merende e l’amore con cui la nonna cucinava. Proprio così parliamo di cucina dell’anima perché il cibo è amore.
Tutti parliamo d’amore, ma che cos’è veramente l’amore?
Questo “qualcosa” di indefinibile e infinito che tutti vogliamo avere, conservare, possedere…storie che cominciano, altre che finiscono, l’amore tra la madre e i figli, tra un uomo e una donna, tra un uomo e un uomo, tra una donna e una donna, l’amore verso gli animali, il cane e il gatto verso il loro “padrone”, l’amore che può esistere tra un cane e un gatto?
L’amore è cibo! E si dice che le frasi che esprimono l’amore siano proprio: “Hai fame? Hai mangiato? Ti preparo qualcosa?”.
La mia nonna non era per niente espansiva nelle sue espressioni d’amore, ma quando voleva riscaldare i cuori dei grandi e dei piccoli, la domenica preparava gli gnocchi, le lasagne, le fettuccine e siccome aveva l’abitudine di cucinare per un esercito ci portavamo a casa le pietanze che rimanevano.
Amare, perciò, significa anche prendersi cura degli altri attraverso il cibo, e più amore mettiamo nella nostra cucina e più la pietanza diventa saporita e nutriente. L’amore è l’ingrediente necessario e primario per condire un solo piatto di pasta che con un filo d’olio diventa una prelibatezza.
E oggi?
Al giorno d’oggi si spadella in continuazione e da tutte le parti, a partire dalla televisione in cui si spadella dalla mattina fino alla sera. Ci propinano ricette di tutti i tipi, modi di cucinare come il crudismo, il vegano, il naturale. Ma quando qualsiasi piatto è cucinato con amore, in qualunque modo in cui è stato cucinato può farci solo bene, e diventa un nutrimento per il corpo, la mente, l’anima e lo spirito!
Tenendo in mano i vecchi quaderni dell’Annita, penso a quell’enorme capitale che qualcuno prima di noi ci ha lasciato.
Mi maledico perché io le ricette le cerco su Google e se le invento, non le scrivo mai. Penso a noi, generazione di cinquantenni che ai nostri figli forse lasceremo l’indirizzo del blog e con un po’ di malinconia mi è venuta la voglia di cominciare a scrivere un quaderno di ricette e l’ho comprato…vi piace?
Sotto ai nostalgici allora: avete un quaderno di vecchie ricette tramandate, ne state scrivendo uno?